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L’alchimia della sofferenza

21/03/2016 By Mauro Mirti Leave a Comment

Molto tempo fa, il figlio del re di Persia era stato cresciuto con il figlio del gran visir, e la loro amicizia era diventata leggendaria.

Quando il principe ascese al trono, disse all’amico: “Per favore, mentre io mi occupo degli affari del regno, scrivi per me la storia degli uomini e del mondo, così che possa trarne gli insegnamenti necessari per agire nel modo più opportuno”.

L’amico del re consultò gli storici più celebri, i più eruditi tra i dotti del regno e i più rispettati tra i saggi.

Cinque anni dopo, fiero del suo lavoro, si presentò al palazzo: “Sire, ecco quì trentasei volumi contenenti la storia completa del mondo, dall’istante della creazione fino alla vostra salita al trono”.

“Trentasei volumi!” strillò il re. “Come pensi che io possa trovare il tempo per leggerli? Ho già così tanto da fare per amministrare il mio regno e occuparmi delle duecento regine del mio palazzo. Ti prego mio caro amico, fanne un riassunto il più breve possibile”.

Due anni dopo l’uomo si ripresentò a palazzo, questa volta con dieci volumi soltanto. Il re era in guerra e fu necessario raggiungerlo in cima a una montagna, nel bel mezzo del deserto da dove dirigeva la battaglia.

“Quì ci stiamo giocando le sorti della nostra nazione! Come puoi pretendere che io trovi il tempo per leggere dieci volumi? Questa storia dell’umanità dovrai renderla ancora più concisa”.

Il figlio del visir fece ritorno a casa e per tre anni si dedicò alla stesura di un’opera in un solo volume, riassumendo i punti essenziali della storia del mondo. Il re intanto era occupato a legiferare.

“Hai una bella fortuna ad avere tutto quel tempo per scrivere. Io nel frattempo devo discutere di tasse e del sistema per riscuoterle. Qui ci sono troppe pagine: me ne basta un decimo! Stringi ancora e gli dedicherò con profitto una serata”.

Così fece, ma quando due anni dopo si presentò per l’ennesima volta al cospetto del re, lo trovò a letto, malato.

Neppure lui era più un ragazzo, le rughe gli segnavano il viso e i capelli erano spruzzati di grigio.

“E allora?” mormorò il re con il poco fiato che gli restava. “Questa famosa storia degli uomini?”.

Il suo amico lo contemplò a lungo, e vedendo che il sovrano era ormai morente gli rispose soltanto: “Soffrono…Gli uomini soffrono, sire”.

Questo racconto, tratto dal magnifico libro “Il gusto di essere felici” di Matthieu Ricard ci mette di fronte alla dura realtà delle nostre vite.

Gli esseri umani soffrono, in ogni momento e in ogni angolo del mondo.

Alcuni muoiono poco dopo essere venuti al mondo, altri lo lasciano subito dopo aver partorito. In ogni istante ci sono uomini che vengono assassinati, torturati, picchiati mutilati o separati dai loro cari.

Altri sono traditi, abbandonati, espulsi, rifiutati. Ci sono madri che perdono i figli e figli che perdono i genitori.

E ciò non vale soltanto per gli esseri umani. Gli animali si divorano tra loro nelle foreste, negli oceani e in cielo. Altri devono subire i pesanti carichi e i tormenti che vengono loro inflitti dai padroni.

Si tratta di una realtà che è parte integrante del nostro quotidiano: stiamo parlando della morte, della natura effimera di ogni fenomeno e della sofferenza.

Nonostante questo dolore possa farci sentire sopraffatti e impotenti, voler distogliere lo sguardo sarebbe solo prova d’indifferenza e di vigliaccheria.

E’ nostro dovere sentirci coinvolti, negli atti come nel pensiero, e fare del nostro meglio per ridurre il più possibile questi tormenti.

Chi vive soltanto le esperienze superficiali e ignora la profondità della pace interiore si ritroverà perduto non appena comincerà a essere sballottato dai marosi della sofferenza

L’argomento è così vasto come tutti gli oceani messi insieme, e forse non basta una vita per venirne a capo, ma spero che questo piccolo seme possa far germogliare almeno l’intenzione e l’ispirazione a lavorare per un mondo migliore.

La cosa più difficile da capire, almeno per me, è che non esiste gioia senza condivisione. Siamo sempre più attenti a costruire muri senza fermarci a guardare chi abbiamo di fronte, come fece a un certo punto il figlio del visir contemplando il re moribondo.

Quando il cuore viene toccato le parole svaniscono come neve al sole…

Love!

 

Filed Under: Spiritualità

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